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Comunicati stampa

Ridefinito l’accesso per gli audiolesi ai programmi televisivi

Rispetto al resto della popolazione e a parità di pagamento, gli audiolesi finora ricevevano meno prestazioni dalla televisione di diritto pubblico. Il numero di trasmissioni sottotitolate o tradotte in lingua dei segni erano insufficienti. Oggi, i rappresentanti delle organizzazioni delle disabilità sensoriali firmeranno a Berna un nuovo accordo con i direttori SRG SSR: il numero di trasmissioni sottotitolate salirà gradualmente fino all’80% mentre le trasmissioni in lingua dei segni saranno portate a 1‘000 ore. È una vera pietra miliare nell’ambito del servizio pubblico in Svizzera.

Le persone audiolese hanno bisogno di programmi sottotitolati e in lingua dei segni per capire le informazioni televisive o presenti sul web. Pur pagando lo stesso importo del canone come tutti gli altri, finora restavano escluse dalla maggioranza delle trasmissioni perché le loro esigenze non erano tenute debitamente in conto. In tali condizioni, non si poteva certo parlare di parità di trattamento.

I rappresentanti delle associazioni delle disabilità sensoriali hanno finalmente raggiunto un nuovo accordo con la Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, atto a migliorare la situazione: entro il 2022, la percentuale delle trasmissioni sottotitolate salirà gradualmente all’80%, mentre le trasmissioni in lingua dei segni aumenteranno a 1‘000 ore. «Per noi è una pietra miliare! Gli spettatori audiolesi, in quanto contribuenti, accederanno finalmente a quasi tutte le trasmissioni. Questo sì che è un servizio pubblico concreto», afferma Harry Witzthum, direttore generale della Federazione svizzera dei sordi.

Il 4 settembre, i rappresentanti dei disabili sensoriali firmano l’accordo alla presenza del direttore Roger de Weck e del direttore designato Gilles Marchand. L’entrata in vigore è prevista per il 2018. In questo modo, la SRG SSR passa finalmente ai fatti, mettendo in atto i propri obblighi quale fornitore di servizi pubblici.

Questo successo potrebbe tuttavia essere minacciato dall’iniziativa «NO-Billag», sulla quale il popolo dovrà esprimersi alle urne nel 2018. Qualora l’iniziativa venga accettata, le prestazioni per le persone audiolese sarebbero le prime vittime delle inevitabili misure di risparmio. «Un sì all’iniziativa sarebbe fatale. Significherebbe regredire e accettare il fatto che un intero gruppo di persone resti escluso dalla società», avverte Harry Witzthum. Occorre un servizio pubblico forte come partner per promuovere le pari opportunità in Svizzera.

Pubblicato su 4. Settembre 2017