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Comunicati stampa

Sordi e religione

Il mondo dei sordi, in Svizzera, è ormai da secoli strettamente legato alle chiese (cristiane). Il rapporto è stato a lungo unidirezionale, perché i sordi dovevano adattarsi alla lingua scritta e parlata delle chiese. Oggi, sempre più religioni si accorgono di poter trarre pro- fitto dalla cultura dei sordi.

“Chi non è in grado di sentire bene, non può credere.” Quest’asserzione del padre della chiesa Agostino (354 – 429), ha gravi conseguenze per i sordi in Europa. Fin dentro al 20° secolo, i sordi non sono considerati dei cittadini a pieno titolo, perché «non hanno una lingua». Dopo aver visto una persona sorda intenta a segnare, Agostino cambia la sua dichiarazione. Ammette che i sordi possono raggiungere la fede tramite la lingua dei segni. Ma è già troppo tardi, ormai si è diffusa la credenza che i sordi non hanno una lingua e non possono credere in Dio.

I monaci Inventano l’alfabeto manuale

Dal momento che l’educazione dei sordi compete alla Chiesa, essa rimane a stretto contatto col mondo dei sordi. Pur essendo vero che la maggior parte dei moanaci ritengono che i sordi siano poco intelligenti, vengono comunque intrapresi singoli tentativi d’istruzione. Tali lezioni ottengono di tanto in tanto il successo sperato, in particolare se i monaci utilizzano l’alfabeto manuale e qualche segno come ausilio d’insegnamento. L’alfabeto manuale è utilizzato anche tra i monaci, perché spesso nei conventi vige l’obbligo del silenzio. È una situazione paradossale: da una parte, la religione cristiana discrimina i sordi, dall’altra è proprio nei monasteri che la comunicazione (silenziosa) funziona piuttosto bene coi sordi.

(Potete leggere l’intero articolo del Dossier sotto Maggiori Informazioni)

Pubblicato su 16. Giugno 2016